Fototessera di Ettore Majorana a 18 anni
ETTORE MAJORANA LO SCOMPARSO
La pubblicazione di una fotografia del 1950 con tre personaggi a bordo della nave italiana “Giovanna C.” diretta in Argentina, accompagnata da un servizio di tre pagine intere sul quotidiano La Repubblica di domenica 17 ottobre 2010, riaprì il “caso Majorana”.
E’ vero che in passato la misteriosa scomparsa del 1938 aveva ciclicamente riacceso l’interesse del pubblico, dapprima col famoso saggio biografico di Edoardo Amaldi (1966), pubblicato dall’Accademia di Lincei, poi a seguire con Leonardo Sciascia (1975), con Erasmo Recami (1987), e molti altri autori, soprattutto in occasione del centenario della nascita (2006); ma, dal 2011, si è verificata una svolta, potenzialmente decisiva. La Procura della Repubblica di Roma decise d’aprire un’inchiesta penale ‘conoscitiva’, a quanto sembra rivolta ad appurare o a verificare meglio la c.d. pista dell’Argentina (inaugurata da Recami nel 1987), partendo da alcune novità (le dichiarazioni nel 2008 di un certo Francesco Fasani, la fotografia di un certo signor “Bini”, ecc.).
L’articolo su Repubblica del 17 ottobre 2010 riportava delle dichiarazioni derelatu circa la pista tedesca, risalenti al 1974, ma apparentemente confermate da Bruno Pontecorvo, a Firenze, il 17 marzo 1990, mentre la stessa fotografia presa a bordo della nave italiana diretta in Argentina, sembrava indicare una buona rassomiglianza (con “un elevato grado di probabilità”).
La questione fu ripresa da interviste e commenti (negativi) su Radio 3 Scienza, da altri quotidiani, e anche in trasmissioni televisive (ad esempio il programma Misteri di Marco Berry su Italia 1).
Un riconoscimento fotografico è cosa complessa, non basta il solo fatto tecnico, occorre anche un quadro indiziario, per arrivare a un grado “forense”. Del resto nessuno ha mai asserito con certezza che l’uomo sulla nave fosse Ettore Majorana. Il fatto che gli rassomigli è un indizio, ma non è una prova. In tal senso anche i tecnici di Italia 1, consulenti di Marco Berry (la rassomiglianza è stata confermata).
Il nipote dello scomparso, prof. Ettore Majorana jr., noto fisico sperimentale di rango accademico, produsse un documento, elaborato al computer, in cui si ‘dimostrava’ – senza utilizzare una migliore fotografia di paragone – che l’uomo sulla nave non era suo zio, vale a dire lo scomparso del 1938. Tale documento è stato immesso sul web nel 2010, subito dopo l’articolo su Repubblica, e qui lo riproduciamo tale e quale, per completezza d’informazione.
In sede di commento, ci sembra tuttavia singolare che le indagini della Procura di Roma siano ancora in corso, dopo più di 33 mesi, come da recenti notizie di stampa (articolo di Augusto Parboni, pubblicato sul quotidiano di Roma Il Tempo in data 11 dicembre 2013, consultabile su Internet).
Destituite di ogni fondamento, invece, le più recenti notizie di Majorana a Gusen, nel 1943, non riconoscibile nelle due fotografie di sinistra:
La nostra impressione è che una certa confusione potrebbe forse essere stata introdotta ad arte, ferma restando l’incertezza.
Secondo i nipoti di Majorana, Professori Ettore Majorana jr. (figlio di Luciano Majorana) e Fabio Wolfgang Schultze (figlio di Rosina Majorana), si trattò di una tragica scomparsa (tragicamente scomparso – dich. 2012).
Secondo Ettore Majorana jr. (2008), egli decise di concludere drammaticamente la sua vita. Giacchè l’individuo che si isola, dal nostro punto di vista, in nulla è distinguibile dalla sua assenza.
***
Riproduciamo un primo piano dell’uomo minuto, di bassa statura, con gli occhiali scuri, fotografato nel luglio del 1950 a bordo della nave italiana “Giovanna C.” salpata dal porto di Genova e diretta a Buenos Aires.
Secondo le notizie riportate nell’articolo di Augusto Parboni in data 11 dicembre 2013, una squadra d’investigatori del R.i.s. di Roma si è recata in Argentina per recuperare materiale utile e tentare di mettere finalmente la parola fine alle innumerevoli ipotesi sollevate in questi anni. Si tratta di un lavoro enorme, che ha portato i militari a presentarsi al Palazzo di Giustizia della Capitale per depositare una montagna d’informative. Adesso sarà la Procura a dover esaminare a sua volta i documenti depositati dagli investigatori e valutar quali attività d’indagine disporre per andare avanti nella ricerca della verità sulla scomparsa.
Ci sembra di poter concludere in questa nostra scheda nel senso che le indagini svolte in Argentina non possano aver riguardato il caso del caro estinto del 1939 (Guerra e Ronroconi) o la vittima del complotto del 1938 (Bartocci e Abate).
*(avv. Arcangelo Papi, gennaio 2014)