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Le indagini della Procura, il Forum del Prof. Bartocci, e un articolo del Prof. Guerra

[Ci sarebbe ‘rassomiglianza’]

 

LE INDAGINI DELLA PROCURA,

IL FORUM DEL PROF. BARTOCCI

E UN ARTICOLO DEL PROF. GUERRA

[Ancora sul caso Majorana]

***

Mercoledì 11 dicembre 2013 il quotidiano di Roma Il Tempo pubblicava a pagina 13 – Cronache, un articolo di Augusto Parboni intitolato In Argentina per la verità suMajorana – sottotitolo Carabinieri in Sud America per risolvere il caso del fisico scomparso nel 1938. Depositate in procura informative contenenti esami del Ris e interrogatori.

Ne riportiamo alcuni passaggi salienti. Sulle sue tracce adesso ci sono i carabinieri della Capitale, che per cercare di far luce su una delle inchieste italiane più lunghe e misteriose, sono partiti per l’Argentina a caccia della verità. E sono tornati con una montagna di materiale cartaceo fotografico. Tanto che in campo sono scesi anche i militari del Ris di Roma per passare sotto la lente d’ingrandimento proprio i documenti acquisiti all’estero. E non solo. In mano agli investigatori che indagano di nuovo sulla vita del fisico ci sono anche testimonianze, raccolte pure in Italia sotto forma di documenti degli scorsi anni, sia dichiarazioni raccolte proprio da quando hanno ripreso ad esaminare il caso. Ascoltate, infatti, moltissime persone che per un motivo e per un altro potrebbero dare una svolta alle indagini. [....].

Ma l’inchiesta dei carabinieri non si è fermata soltanto all’analisi delle fotografie, ma soprattutto a riprendere in mano anche le dichiarazioni rese alla magistratura in passato. Si tratta di un lavoro enorme ch ha portato i militari a presentarsi nel palazzo di Giustizia della Capitale per depositare una montagna di informative. Adesso sarà la Procura a dover esaminare a sua volt i documenti depositati dagli investigatori e valutare quale attività di indagine disporre per andare avanti nella ricerca della verità sulla scomparsa del fisico avvenuta 75 anni fa in mezzo al mare.

  • Nell’articolo si precisava che le indagini (però avviate il primo aprile del 2011 – n.d.r.) derivavano dal fatto un testimone (Franesco Fasani su “Chi l’ha visto?”, Rai 3, nel 2008 – n.d.r.) riferì di aver visto alcune fotografie che raffiguravano Majorana esule in Argentina negli anni ’50.

  • Il “cold case” con una foto di Ettore Majorana prima che scomparisse, era stranamente seguito da un articolo intervista a Paolo di Reda, autore con Flavia Ermetes del romanzo intitolato La formula segreta delle SS, di cui ‘Majorana’ è uno dei principali protagonisti (ed. Newton Compton 2013).

  • L’articolo di Parboni è consultabile sul web.

* Gli interessati alla vicenda della misteriosa “scomparsa” di Ettore Majorana – un genio della fisica nucleare – avvenuta alla fine di marzo del 1938 da Napoli, potranno documentarsi sul web, attraverso Episteme Forum del Prof. Umberto Bartocci (nella sezione dedicata al caso Majorana), fermo restando che Bartocci sostiene il caso dell’omicidio per un oscuro “Affare di Stato” (libro del 1999).

* Il Prof. Francesco Guerra, decano del Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma, sulla rivista ufficiale della Società Italiana di Fisica nel 2012 ha pubblicato l’articolo qui di seguito riprodotto, in cui si sostiene che Majorana è invece morto nel 1939, prima del 22 settembre di quell’anno. Guerra definisce come “Punto Fermo” la “scomparsa” di Majorana oltre un anno dopo la fine di marzo del 1938.

Se così fosse, le indagini in Argentina non avrebbero alcun senso.

Tuttavia il noto saggio del Prof. Erasmo Recami sulla Scomparsa di Majorana, più volte ristampato (ultima ristampa nel 2011 – Di Renzo Editore, Roma), indugia sulla pista dell’Argentina (senza però spiegare come mai Majorana ci sarebbe arrivato, nel 1938, in possesso di un passaporto valido esclusivamente per i paesi europei).

Saranno inserite a parte alcune interviste su Radio Scienza della fine di ottobre 2010 e la registrazione due conferenze svoltesi a Perugia nel 2011 e nel 2013 sul “caso Majorana”.

  • Riproduciamo l’articolo di Francesco Guerra e Nadia Robotti pubblicato nel 2012 sulla rivista Il Nuovo Saggiatore, facendo presente che sul web è possibile assistere sulla figura di Majorana ad alcune conferenze video dello stesso Prof. F. Guerra in sedi istituzionali.

  • L’articolo s’intitola: La borsa di studio della rivista Missioni: Un punto fermo sulla vicenda di Ettore Majorana, per cui sarebbe deceduto nel 1939, molti mesi dopo la sua scomparsa.

  • La notizia riportata dal quotidiano di Roma Il Tempo in data 11 dicembre 2013, pagina13, Cold Case – Cronache, ma con un anticipo in prima pagina, è successiva di oltre un anno rispetto all’articolo pubblicato sulla rivista ufficiale della Società Italiana di Fisica, Il Nuovo Saggiatore, nella rubrica Opinioni.

  • In un precedente articolo del 2011, sempre sulla stessa rivista e rubrica, il Prof. Guerra (riportandosi a un mio articolo del 2003, intitolato “Ipotesi Klingsor”: vedi altro pezzo presente nel sito), mi ha definito propugnatore di una fantasiosa ipotesi secondo cui Majorana sarebbe stato il capo della ricerca scientifica bellica della Germania nazista, alle dirette dipendenze di Adolf Hitler.

  • Vorrei però far notare che: 1) sarebbe stato il fisico Gilberto Bernardini a riferire al Prof. Giorgio Dragoni, nel gennaio del 1974 a Pisa, analoga notizia della fuga in Germania di Majorana; 2) identica cosa pare abbia riferito in pubblico, a Firenze, il fisico Bruno Pontecorvo il 17 marzo 1990, presente anche Gilberto Bernardini; 3) in un lungo intervento di prossima pubblicazione dimostrerò che le lettere di Majorana del 1938 devono necessariamente essere intese in tale direzione (con validità fino al 26 marzo di quell’anno).

(avv. Arcangelo Papi, 7 febbraio 2014)

Articolo di Francesco Guerra e Nadia Robotti

OPINIONI

LA BORSA DI STUDIO DELLA RIVISTA “MISSIONI”: UN PUNTO FERMO SULLA VICENDA DI ETTORE MAJORANA

Caro Direttore,
in una recente estesa monografia [1], ci siamo occupati dell’attività scientifica e accademica di Ettore Majorana, sulla base dei documenti esistenti accessibili in archivi pubblici. Ne è emerso un quadro molto diverso da quello presentato tradizionalmente. Innanzitutto l’attività scientifica è molto più estesa di quanto non fosse noto precedentemente, e ha profonde ripercussioni sulle ricerche svolte, in particolare, a Roma, specialmente nel settore dei modelli statistici per atomi e ioni, e nella fisica nucleare. Inoltre, si deve sfatare l’immagine stereotipata di un Majorana restio a pubblicare i suoi risultati, e non interessato alla carriera accademica.
Nel nostro lavoro, non abbiamo preso posizione sul problema della scomparsa, limitandoci a dichiarare che rispettiamo le sue decisioni. Abbiamo però riportato, tra l’altro, una lettera di di Gilberto Bernardini a Giovanni Gentile jr (vedi [1], figg. 80a-80b), scritta poche settimane dopo la scomparsa, di cui ricordiamo le prime frasi: Caro Giovanni ‒ Come puoi immaginare la notizia di Majorana mi ha dato una vera gioia ‒ Non è molto bello forse, ma in compenso non è una cosa cosí tragica come si pensava e ci se ne può rallegrare.
Successivamente, di fronte a insistenti e immotivate iniziative della stampa, siamo intervenuti per dimostrare su queste pagine l’assoluta infondatezza di una presunta presenza di Majorana in Germania durante la Guerra, coinvolto nelle iniziative belliche del Terzo Reich [2].
Ora vorremmo portare all’attenzione del Direttore, e della comunità scientifica, un punto fermo sulla vicenda Majorana, che valga a togliere ogni fondamento alle ricostruzioni fantasiose, e spesso infamanti, che negli ultimi tempi si sono stratificate sull’enigma della scomparsa.
Dal 1915 la Rivista bimensile “Le Missioni della Compagnia di Gesù”, con sede a Venezia, è coinvolta in una ampia e dettagliata esposizione dell’opera missionaria esercitata dalla Compagnia in tutto il Mondo. Leggendo questa Rivista, ci si imbatte in una scoperta sensazionale. Infatti, nel numero del 3 Novembre 1939 (fig. 1), a pag. 447 (fig. 2), compare un inserto (fig. 2bis) in cui, sotto il titolo “IL PENSIERO MIGLIORE”, si annunzia che “È stata fondata una Borsa di Studio per l’educazione di un missionario al nome dello scomparso ETTORE MAJORANA, che sarà partecipe di tutti i vantaggi spirituali inerenti a tale fondazione. La somma (L. 20.000) restando intatto il capitale, diverrà il mezzo per dare successivamente nuovi salvatori agli infedeli.”
In tutti i numeri della Rivista, su una pagina appositamente dedicata, viene spiegato che cosa è una Borsa di studio, e quali sono i
vantaggi del fondatore (fig. 3). Apprendiamo cosí che una Borsa di studio è una somma di danaro, il cui interesse serve a mantenere un giovane Gesuita fino al sacerdozio. Si richiede un capitale di ventimila lire in contanti, o l’equivalente in cartelle o in titoli. La somma può essere versata tutta in una volta oppure si può versare a rate mensili o annuali. Non
è necessario che sia una sola persona a fondare la Borsa, ma possono accordarsi varie persone e si può anche dare una qualsiasi offerta per la Borsa di Studio, lasciando che altri la completino. Chi versa l’intera somma è il Fondatore della Borsa di Studio. Vengono poi elencati i vantaggi del Fondatore, tra i quali la facoltà di dare il nome alla Borsa, per esempio intitolandola al suo Santo protettore o a qualche persona cara, viva o defunta, ed inoltre di partecipare, in modo particolare, in vita e in morte, al Tesoro Spirituale di oltre centotrentaduemila S. Messe, che la Compagnia offre annualmente per i suoi benefattori, insieme con altri benefici.
Nella felice disposizione finanziaria adottata, il capitale versato rimane intatto, mentre l’interesse annuo, di circa 1.000 Lire, continua indefinitivamente a mantenere nuovi aspiranti, per cui fondare o cooperare alla fondazione di una Borsa di studio equivale a dare alla Chiesa un “missionario perpetuo”.
In tutti i numeri della Rivista vengono riportati i progressi delle offerte sulle varie Borse istituite a partire dal 1926. Le borse attive, in via di formazione, in genere sono una decina, quasi tutte connotate da denominazioni di tipo religioso, quali Ss. Trinità, Redenzione, S. Cuore di Gesù, Ss. Sacramento, Maria Ss. Immacolata, Mater Boni Consilii, Mater Dolorosa, S. Ignazio di Loyòla, e simili.
La Borsa a nome di Ettore Majorana riveste un carattere eccezionale, in quanto è l’unico caso in cui la somma è interamente versata al momento dell’istituzione.
Ricordiamo che all’epoca la somma di 20.000 Lire ha un valore considerevole, se paragonata, per esempio, con il salario tipico di un operaio che è inferiore alle 1.000 Lire al mese. Al momento della sua nomina a professore ordinario, per chiara fama, all’Università di Napoli, lo stipendio di Ettore Majorana è di circa 26.000 Lire annue, come risulta dal decreto di nomina del 2 Novembre 1937, riportato in [1].
Inoltre, è veramente peculiare che Ettore Majorana sia considerato Fondatore della Borsa a suo nome, pur non avendo avuto parte diretta nell’istituzione.
A questo proposito, la corrispondenza intercorsa tra la Famiglia, in particolare il fratello maggiore Salvatore, e l’amministrazione della Rivista è particolarmente significativa. Qui ci limitiamo a riportare il contenuto di una lettera del Padre Ettore Caselli S.I., amministratore della Rivista, che al di là dei suoi elevati contenuti spirituali suscita un profondo sconcerto, anche perchè

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Fig. 1 Copertina del Fascicolo della Rivista Missioni, in cui é

contenuto l’annunzio della fondazione della Borsa.

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Fig. 2 Annunzio della Borsa, a nome dello scomparso Ettore Majorana.

 

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                    2bis Dettaglio dell’inserto.
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                   Fig. 3 Regolamento delle Borse


 

mai prima rivelata a distanza di oltre settanta anni (fig. 4). La lettera è scritta su carta intestata dell’Amministrazione de “Le Missioni”, datata Venezia, 22/9/39, ed indirizzata al Sig. Salvatore Majorana, Roma. Il testo recita:

A graditissima V/. d’ieri. Ammiriamo sinceramente il V/. atto generoso per il compianto Ettore Majorana. Il Signore premi la V/. grande fede ed il Vostro santo affetto per il caro estinto. Possiamo assicurarvi che non vi è nessuna difficoltà per l’intestazione della Borsa di Studio al nome di Ettore Majorana, considerandolo come il fondatore e rendendolo partecipe di tutti i vantaggi spirituali connessi alla stessa fondazione. Con distinti ossequi,
Copia di questa lettera è custodita presso l’Archivio storico del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Tutte le assicurazioni di Padre Caselli sono fedelmente recepite nella formazione della Borsa, riportata nel fascicolo della Rivista uscito nel successivo 3 Novembre 1939, come abbiamo visto precedentemente.
Nel contesto della Rivista, in tutti i numerosi riferimenti, non vi è dubbio che la parola
“scomparso” significhi deceduto, come del resto puntualmente confermato dalla lettera di Padre Caselli.
Inoltre, l’ambito religioso coinvolto, con i suoi stretti vincoli morali, permette di escludere che la morte sia dovuta a suicidio. Come del resto risulta anche dalla lettera di Gilberto Bernardini a Giovanni Gentile jr (vedi [1], figg. 80a-80b), prima citata.
Assodato che Salvatore Majorana chiede l’istituzione della Borsa in data 21 Settembre 1939, come risulta dalla risposta di Padre Caselli, non è certo una coincidenza che
il Ministro dell’Educazione Nazionale fa pubblicare in data 14 Settembre 1939, sul suo Bollettino, la notizia dell’avvenuta destituzione di Ettore Majorana dalla cattedra di Napoli, già deliberata con un decreto in data 6 Dicembre 1938, che aveva trovato opposizione da parte della Corte dei Conti (vedi [1], per l’intera storia).
È anche utile inquadrare il problema della scomparsa nell’ambito delle attività di ricerca compiute dalla Polizia. Dal recente articolo di Stefano Roncoroni [3], sappiamo, tra l’altro, che il Consigliere di Stato Oliviero Savini Nicci (marito di Elvira, sorella di Fabio ‒ il padre di Ettore) porta il 31 Marzo 1938 alla Direzione di Polizia il famoso promemoria “Tunisi”, che è alla base delle successive ricerche di Polizia. Nello stesso giorno, alle ore 12, parte la circolare telegrafica alle Questure, in cui si richiede di rintracciare lo scomparso Ettore Majorana, senza nulla far trapelare all’interessato. Le riproduzioni del promemoria “Tunisi”, di mano Savini Nicci, e della conseguente circolare telegrafica, stilata a mano da un funzionario,
si possono trovare in [1]. Qui diamo anche la circolare telegrafica nella forma dattiloscritta, reperita presso l’Ufficio Cifra del Ministero dell’Interno, da cui risulta chiaramente l’ora di diffusione (fig. 5).
Uno degli effetti automatici della circolare è l’iscrizione di Majorana nella Rubrica di Frontiera, che contiene l’elenco dei soggetti da individuare nel caso tentino il passaggio di una frontiera. Il nome di Ettore Majorana resta sulla Rubrica fino alla data del 22 Aprile 1939, quando la Direzione di Polizia emette l’ordine di cancellarlo. L’anno 1939 è dunque un anno cruciale.
Uno degli strumenti più importanti di collegamento tra le Questure, i Comandi dei Carabinieri, e la Direzione centrale della Polizia, è costituito dal Bollettino delle Ricerche, che viene emesso in fascicoli giornalieri. Naturalmente, data l’epoca, il grosso delle segnalazioni sul Bollettino riguarda la sicurezza dello Stato, ma naturalmente sono presenti anche segnalazioni su ricercati per vari crimini di diversa gravità, e in piccola frazione su persone scomparse da rintracciare. Ettore Majorana occupa una posizione di grande rilievo sul Bollettino, finora mai menzionata da nessuno.
La prima segnalazione avviene su iniziativa del Questore di Napoli, in data 25 Aprile 1938
(schedina 1997, fig. 6), che lo segnala come: “Allontanatosi da Napoli il 25. 3. 938 per ignota direzione, manifestando propositi suicidio”. La fotografia, fornita dalla famiglia, risale a molti anni prima. C’e’ poi un crescendo di segnalazioni.
La successiva, in data 10 Giugno 1938 (schedine 2581-2590, fig. 7) viene dal Ministero degli Interni (Direzione di Polizia). La fotografia è la stessa, ma scompare il riferimento al suicidio. S’interessano gli Uffici e i Comandi ad intensificare le indagini per il di lui rintraccio, avvertendo che la famiglia ha promesso un premio di lire trentamila. Per la prima volta compare il riferimento alla cicatrice lunga sul dorso di una mano. Viene segnalata l’espressione seria del rintracciando. È ancora da notare che alla segnalazione viene dato grande risalto, tramite un “avviso” in apertura del bollettino (schedina 2581).
Ancora dalla Direzione di Polizia, un mese dopo, in data 7 Luglio 1938, e con il consueto rilievo tramite un avviso in apertura, ci sono le successive schedine 2939-2949 (fig.8). Viene comunicata una di lui recentissima fotografia, che è quella che è stata apposta anche sul foglio matricolare per il Ministero. E viene aggiunto che “il medesimo, oltre la cicatrice sul dorso della mano, ne porta altra su una coscia, suturata con oltre quaranta punti chirurgici”.
La successiva segnalazione (schedine 4494- 4507, fig. 9), in data 5 Novembre 1938, ricalca la precedente, ma è singolarmente firmata “Ministero Interni”, senza la specifica Direzione di Polizia. È questo un possibile indizio che la ricerca di Majorana è passata direttamente al Ministero.
L’ultima segnalazione è del 23 Marzo 1939 (schedine 866-882, fig. 10), a un anno dalla scomparsa. Ancora firmata “Ministero Interni” ricalca le due precedenti.
Tra tutte le persone scomparse da rintracciare, il caso di Ettore Majorana ha un rilievo particolare. Solo per lui si succedono una serie di segnalazioni, poste in particolare evidenza dagli avvisi in apertura del Bollettino.
Da notare anche il crescendo nella posizione gerarchica dell’Autorita’ che chiede la segnalazione. Prima il Questore di Napoli, poi la Direzione di Polizia, poi il Ministero degli Interni.
La presenza della cicatrice sulla coscia, di grande imponenza, pur essendo riportata in ben tre schedine segnaletiche sul Bollettino, non è stata mai rivelata nelle numerose pubblicazioni su Majorana.
Improvvisamente queste segnalazioni si interrompono con l’ultima del Marzo 1939, e non vengono più reiterate. Vediamo ancora il ruolo cruciale dell’anno 1939.
Riportiamo infine il testo di un importante documento, conservato nell’Archivio Centrale dello Stato, relativo ad una circolare del Capo della Polizia (Arturo Bocchini) indirizzata ai Questori del Regno, emessa il 17 Giugno 1938, nella fase iniziale delle indagini su Majorana (fig. 11).

OGGETTO : Prof. Majorana Ettore - ricerche
Con riferimento agli avvisi riportati nel bollettino delle ricerche ‒ schedine 1997 e 2581 del corrente anno ‒ relativi alla scomparsa del Prof. Majorana Ettore di Fabio, si pregano le SS. VV. di disporre che alle ricerche venga dato il massimo impulso possibile.
È stata prospettata la possibilità che lo scomparso si trovi in qualche casa di salute privata, atteso che lo stesso aveva manifestato sintomi di malattia nervosa, dipendente da eccessive applicazioni mentali.
È la prima volta che compare un riferimento esplicito ad una possibile malattia nervosa di Majorana, in un documento ufficiale di Polizia. Le cause sarebbero dovute alle eccessive applicazioni mentali.
Come si vede, i nuovi documenti qui descritti, in particolare quelli relativi all’istituzione della Borsa, mostrano che Ettore Majorana deve considerarsi deceduto alla data di Settembre 1939. Poichè l’originale dell’atto di nascita, conservato all’Anagrafe di Catania, non fa menzione del decesso, si deve ritenere che questo sia avvenuto in territorio fuori dalla giurisdizione dello Stato italiano.
Questi risultati mostrano la totale infondatezza dei presunti avvistamenti di Majorana in Argentina, in Venezuela, o in altre località, e della sua asserita presenza in Germania durante la Guerra. I problemi storiografici relativi alla scomparsa, avvenuta come è noto alla fine di Marzo 1938, si concentrano quindi sulle motivazioni di questa scomparsa, e sulle ragioni della morte sopravvenuta circa un anno dopo. A questi temi dedicheremo successivi lavori.

 

Francesco Guerra 
Dipartimento di Fisica, Università di Roma 
“La Sapienza”, e INFN, Sezione di Roma
Nadia Robotti
 Dipartimento di Fisica, Università di Genova

Image 5                           Image 6

 

Fig.4 Lettera di Padre Caselli a Salvatore Majorana,del 22 Settembre 1939.                  Fig.5  Testo dattiloscritto della circolare telegrafica del 31 Marzo 1938.

fig6

Fig.6  Bollettino delle ricerche.Schedina 1997,del 25.4.938

 

fig7                                                           fig8           

Fig.7 Bollettino delle ricerche.Schedina 2581 e 2590,del 10.6.938                      Fig.8 Bollettino delle ricerche.Schedina 2939 e 2949,del 7.7.938

 

 

fig9                                                                      fig10

 

Fig.9  Bollettino delle ricerche.Schedina 4494 e 4507,del 5.4.938                    Fig.10 Bollettino delle ricerche.Schedina 866 e 882,del 23.3.939

 

                      fig11
 


Fig.11 Circolare del Capo della Polizia,del 17 Giugno 1938.


 


Riferimenti bibliografici
[1]	F. Guerra e N. Robotti, “Ettore Majorana. Aspects of his scientific and academic activity” (Edizioni della Scuola Normale Superiore, Pisa) 2008.
[2]	F. Guerra e N. Robotti, “Ettore Majorana sul piroscafo”, Il Nuovo Saggiatore, 26, no. 5-6 (2010) 103, versione estesa nella sezione Online first alla URL: http://www. sif.it/SIF/ resources/public/ files/ opinioni/op_1011_guerra_ robotti.pdf .
[3]	S. Roncoroni, “Il promemoria “Tunisi”: un nuovo tassello del caso Majorana”, Il Nuovo Saggiatore, 27, no. 5-6 (2011) 58.

OPINIONI Online First 29 Febbraio 2012

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