Un’antichissima, del tutto sconosciuta lapide d’epoca umbra,
posta nel centrostorico di Assisi e risalente al III – II secolo a.C.,
ci racconta da sola due magiche“storie” parallele.
Quali siano queste due magiche “storie” tra loro appaiate, si può coglierlo dall’esame dei particolari, meravigliosi e sorprendenti. Se non ci riuscite da soli, ve lo racconterò prossimamente su questo stesso sito web, dedicato ai “misteri” di Assisi. Valga l’indicazione che a sinistra compare il volto duplice di una divinità notturna e a destra si sta verificando un’epifania diurna in un bosco, per la caduta di un meteorite (ad Assisi se ne raccolgono molti). Fornisco anche l’indicazione precisa del luogo (zona archeologica di Santa Maria delle Rose, non lontana dalla Cattedrale di San Rufino), col corredo di altre immagini, significative, che riportano all’ingresso trionfale a un “bosco sacro” e non a una porta urbica dell’antica cinta muraria umbro-romana nella parte alta della città (Assisi quadrata).
Le pietre parlano da sole nel loro linguaggio simbolico sempre carico di significati sacrali
L’ultima immagine rappresenta l’intreccio o trama a doppio andamento– diretto e inverso –
del fregio interno che orna il timpano del magnifico tempio di Minerva di Assisi,
a quota immediatamente inferiore rispetto alla terrazza soprastante di Santa Maria della Rose, zona archeologica vergine, non potuta coltivare oltre, agli inizi dell’800, dall’architetto G. Antolini, per ragioni statiche.
L’antico arco umbro-romano di Santa Maria delle Rose o brevemente ‘Santa Rosa’, è perfettamente orientato a sud, guardando verso Bevagna e verso Roma.
Ritroveremo questi dati ‘arcani’ in Properzio “segreto” (incredibile ma vero).
(avv. Arcangelo Papi, gennaio 2014)