Perché Majorana
Vorrei spiegare ‘perché’ in questo sito si parli anche dal “caso Majorana”. Perché farò seguire degli interventi in serie su questo “mistero italiano”. Nel 1999 uscì un saggio di Umberto Bartocci (docente ordinario di geometria all’Università di Perugia), intitolato La scomparsa di Ettore Majorana: un affare di Stato?,1 in cui si affacciava la possibilità del caso involontario, vale a dire il rapimento o l’omicidio da parte di forze straniere.2 Se ciò fosse vero, Emilio Segrè, premio Nobel per la fisica nel 1959, secondo Bartocci avrebbe potuto far parte di una congiura ai danni dello scomparso. L’autobiografia di Segrè è stata pubblicata postuma.3 Qui leggiamo sia della lettera inviatagli da Majorana da Lipsia, nel 1933, 4 che delle ‘stranezze’ del personaggio. Secondo Segrè, Majorana si buttòdal piroscafo durante il viaggio di ritorno da Palermo a Napoli.5 L’ipotesi del suicidio non convince. 6 Bartoccci nel 1999 si rifaceva a due errori commessi da Erasmo Recami nelle prime edizioni: l’errore sulla data del presunto viaggio di ritorno a Napoli (posticipato di un giorno) e l’errore sulla data di consegna all’allieva Gilda Senatore di una cartella di manoscritti (anticipato di un giorno).7
Nella sua autobiografia (pag. 81) Emilio Segrè ricorda il periodo trascorso a Spoleto durante il servizio militare (1928, scuola allievi ufficiali), e alcune gite nei dintorni (Gubbio).8
Lo zio di Ettore, Quirino Majorana, grande fisico sperimentale all’Università di Bologna, 9 fece parte negli anni ‘30 come membro scientifico di una commissione ministeriale per il restauro degli affreschi di Giotto nella Basilica superiore di Assisi.10
Il mistero della scomparsa di Majorana non avrebbe nulla a che fare con Assisi. Ma se l’uomo fotografato a bordo della nave italiana “Giovanna C.” salpata dal porto di Genova e diretta a Buenos Aires nel luglio del 1950 fosse lui, allora Assisi c’entrerebbe eccome.11 Ovviamente, com’è chiaro, stiamo parlando di mere ipotesi, senza poter affermare nulla di concreto.12
Nell’ipotesi di un’eventuale presenza di Majorana in Argentina negli anni ‘50 bisognerebbe fare i conti con le ragioni che qui lo avrebbero condotto. Una ragione potrebbe essere stata quella della sua fuga in Germania. 13 In questo caso, alla fuga segreta in Germania, coperta da una messinscena, sarebbe seguito l’esodo posto bellico in Argentina, attraverso l’organizzazione “Odessa” o simili.14 In tale contesto di aiuti e di appoggi, anche da parte del Vaticano, sono attive e presenti due figure di sacerdoti francescani, rispettivamente l’ungherese padre Edoardo Doemoeter (che nel 1944 si trovava nel Sacro Convento della Basilica di Assisi ci cui era Custode padre Beda Hess) e padre Bruno Venturelli – detto anche “fra’ minestra” – che era il parroco di San Teodoro, una parrocchia vicinissima al porto di Genova. 15 Padre Venturelli era un sacerdote francescano originario di Orvieto. 16
Secondo Marco Dolcetta, che più volte cita padre Bruno Venturelli, sacerdoti della Chiesa cattolica, soprattutto francescani, dettero il loro aiuto a Odessa trasferendo clandestinamente i fuggiaschi da un convento all’altro, finché essi non venivano accolti dalla Caritas. Uno dei più attivi fu Alois Hudal, già vescovo di Graz. La c.d. “via dei conventi” tra l’Austria e l’Italia, sboccava a Genova, col cardinale Siri. Dal porto di Genova, muniti sotto falso nome di un passaporto provvisorio della Croce Rossa Internazionale e di un permesso di sbarco, si poteva finalmente arrivare in Argentina, dove rifarsi una vita. E’ singolare e sorprendente che Erasmo Recami e poi Salvatore Esposito17 abbiano affacciato la fuga in Argentina, senza disporre nel 1938 di un passaporto valido per il paesi extra europei. Il forse cautelativo di Recami, circa la pista argentina, sarebbe escluso dal fatto che secondo altre fonti, però non controllate, Majorana sia salito a Napoli su un’altra nave e sia così scomparso, fuggendo però in Germania, e poi in Argentina. 18
Per concludere questa prima ‘finestra’, va riferito che Giorgio Dragoni, nel gennaio del 1974, a Pisa, ebbe dal noto fisico Gilberto Bernardini (citato in una lettera di Majorana da Lipsia nel 1933 e dopo la guerra uno dei cofondatori del Cern a Ginevra), la ‘rivelazione’ che Majorana sarebbe fuggito segretamente in Germania, ricorrendo dunque a una messinscena.19
Anche Bruno Pontecorvo, uno dei giovani fisici di via Panisperna che nel 1935 si era trasferito a Parigi da Joliot, poi fuggirà in Canada e negli Stati Uniti, infine si recherà in Inghilterra, per scomparire segretamente da Roma, nell’estate del 1950, diretto in Unione Sovietica, alla domanda che fine avesse fatto Majorana, lasciò intendere che “fuggì all’Ovest”. 20
Le ipotesi generali sul “caso Majorana” sono e rimangono quelle della fuga (dove e per quale motivo, iniziale o sopraggiunto?), del suicidio o del delitto. Era un caso personale oppure un caso differente?21 Si trattò forse di una decisiva e clamorosa presa di distanza da tutto, abbandonando una cattedra universitaria a dir poco prestigiosa? Perché far sapere per iscritto che sarebbe ritornato subito a Napoli, ma ‘scomparendo’ non darà più notizie di sé? Veramente cercò un rifugio per esercizi spirituali presso alcuni conventi di gesuiti a Napoli, nei giorni successivi, ma senza essere accolto? Fu visto da una infermiera,22 nel centro di Napoli, vestito allo stesso modo in cui verso le ore 17 di venerdì 25 marzo aveva abbandonato l’albergo Bologna, a Napoli, senza più farvi ritorno?
Nel 2002 pubblicai su “Episteme”, rivista diretta dal prof. U. Bartocci, un articolo intitolato “Ipotesi Klingsor”, in cui affermavo che le lettere del 1938 contenevano nel loro seno la spiegazione autentica. Di tale affermazione sono effettivamente in grado di dimostrarne la compiutezza. Per questa ragione immetterò nel mio sito web interventi successivi su questa strana faccenda. Chiarendo che subito dopo le critiche arbitrarie e non calzanti di Bartocci su quanto La Repubblica aveva pubblicato il 17 ottobre 2010, inviai allo stesso prof. Bartocci – mio primo editore – la seguente dichiarazione, effettivamente pubblicata sul web in Episteme Forum: << L’avv. Arcangelo Papi (con studio legale ad Assisi, già commissario di polizia nel 1980), scopritore (anche) dell’inquietante fotografia pubblicata dal quotidiano La Repubblica (servizio di tre pagine intere), comunica ai pregiatissimi lettori e interlocutori di Episteme Forum d’essere venuto a capo della misteriosa scomparsa, come anche da intervista al Giornale dell’Umbria, in data 21 ottobre 2010. Al prof. Bartocci è stato da me inviato un perspicuo documento, per ora riservato, da cui si evince che dopo tanti anni qualcuno è risuscito a risolvere il giallo >>. Ciò a completamento della “Ipotesi Klingsor” pubblicata nel 2002.23
Tra le mie ‘scoperte’ figura anche la soluzione testuale del caso Majorana, valida ovviamente solo e soltanto non oltre la data del 26 marzo 1938.
Di questa mia ‘scoperta’ ho sommariamente informato, rispettivamente: Erasmo Recami, il prof. Ettore Majorana junior, Giorgio Dragoni, Salvatore Esposito, Stefano Roncoroni (ma fu lui a ‘contattarmi’ per primo),24 ed il prof. Francesco Guerra noto fisico teorico alla Sapienza di Roma.25
Erasmo Recami mi rispose gentilmente, inviandomi in omaggio l’ultima edizione del suo famoso saggio.26 Non mi hanno mai risposto E. Majorana j. e Salvatore Esposito. Col prof. Giorgio Dragoni ci fu un contatto personale immediato, con la nascita di un legame di reciproca stima e amicizia. Col prof. Umberto Bartocci, col dott. Stefano Roncoroni e col prof. Francesco Guerra c’è stato infine un fitto scambio di corrispondenza telematica. 27 La soluzione ‘autentica’ è a tavolino.
1 Edizioni Andromeda, Bologna, collana “La storia impossibile”. Nel sito web del prof. Bartocci, Episteme Forum, è presente una ricca sezione sul caso Majorana, aperta a contributi esterni.
2 L’immagine di cui sopra è tratta dalla trasmissione televisiva Misteri su Italia 1. La mano del conduttore Marco Berry sta indicando un confronto di volti. La didascalia accenna ai casi della fuga, del suicidio, e dell’omicidio.
3 Autobiografia di un fisico, Bologna, 1995.
4 In questa lettera erano contenuti apprezzamenti positivi sul nazismo. Segrè era ‘ebreo’. Lettera, tenuta nascosta, fu pubblicata nel 1988, a 50 anni dalla scomparsa di Majorana.
5 Fu dunque una “scomparsa a bordo” (un istituto giuridico delle norme sulla navigazione), buttandosi a mare con tanto di cappello?
6 Questa ipotesi del suicidio fu ripresa da Bruno Russo: Un giorno di marzo, Palermo 1998, con presentazione di Maria Majorana. La storia di Ettore non sarebbe quella di un’ombra.
7 Erasmo Recami, Il caso Majorana, Mondadori 1987 e 1991. In seguito Recami ha corretto solo il primo errore, senza una riga di spiegazione. Le date esatte sono la notte tra il 26 e il 27 marzo e venerdì 25 marzo. Va da sé che un errore essenziale di data compromette in radice ogni indagine indiziaria.
8 Una gita ad Assisi non è espressamente nominata ma è presumibile che sia accaduta perché le comunicazioni con Spoleto per ferrovia erano facili e rapide, quando la visita turistica era ovviamente molto più importante e interessante, sebbene Segrè fosse di religione ebraica.
9 Giorgio Dragoni, Ettore e Quirino Majorana tra fisica teorica e fisica sperimentale, Bologna 2008.
10 Vedi Stefano Roncoroni, Ettore Majorana lo scomparso, Roma 2013. Saggio imponente per mole e documentazione.
11 Marco Berry sta indicando il volto con occhiali scuri di un presunto Majorana, la misteriosa fotografia pubblicata con grande risalto dal quotidiano La Repubblica, domenica 17 ottobre 2010. Sono stato io a scoprire la ‘rassomiglianza’ e a segnalarla nell’estate del 2010 al prof. Giorgio Dragoni dell’Università di Bologna. Da qui l’articolo su Repubblica, che destò molto scalpore. A indicare la pista dell’Argentina era stato Erasmo Recami. La trasmissione di Marco Berry su Italia 1 risale all’undici gennaio 2011. I suoi esperti informatici non hanno sollevato obiezioni tecniche sul ‘riconoscimento’, a differenza del prof. Ettore Majorana jr.
13 Tale ipotesi rientra nel novero dei casi possibili. Non è la prima volta che se n’è parlato nei saggi sulla misteriosa scomparsa nel marzo del 1938 da Napoli, dove insegnava fisica teorica da appena tre mesi.
14 L’ipotesi è accademica, sebbene le ‘tracce’ non siano inconsistenti. Le vie di fuga in America latina erano gestite da varie organizzazioni, sempre agevolate dal Vaticano. Vedi al riguardo un documento Fbi richiamato nel successivo intervento intitolato “Ipotesi Klingsor”.
15 Vedi al riguardo, tra l’altro, Operazione Odessa di Uki Goni, Garzanti 2002, e Gli spettri del terzo Reich di Marco Dolcetta, Rizzoli 2007.
16 Su don Bruno Venturelli vedi le relative voci presenti su Internet.
17 La cattedra vacante, Napoli 2009.
18 Riportato da Recami dal 2002 in poi, dopo che il prof. Francesco Guerra aveva ricevuto una lettera, nel 2000, da parte di un fisico accademico suo collega, nella quale si riportavano tali notizie, ma per sentito dire. Tale lettera non è stata mai divulgata. Secondo Stefano Roncoroni e Francesco Guerra, Majorana sarebbe morto misteriosamente nel 1939, molti mesi dopo la scomparsa. Non esiste un certificato di morte e non è stata indicata la sepoltura. Tali asserzioni sono poi in netto contrasto con i comportamenti di Maria Majorana, sorella dello scomparso, che con Recami prese parte attiva e diretta nelle ricerche in Argentina negli anni ’80. Va da sé che tutto ciò sia molto strano, se non assurdo. Assurda e non dimostrata è l’ipotesi del complotto mortale, inconciliabile con le lettere di Majorana prima di scomparire e col modo stesso di scomparsa. Ecco perché mi occupo del caso Majorana in Misteri di Assisi.
19 L’idea della messinscena è una costante in Sciascia, il grande scrittore siciliano che nel 1975 si occupò del caso, in Recami, Luisa Bonolis e Salvatore Esposito. Nel 1999 Umberto Bartocci riportava la messinscena al caso di un delitto politico di cui Majorana sarebbe stato vittima (deduzione impropria, argomentata in base al fatto che manca il cadavere e che mancano successive notizie dalla Germania: come se a una fuga segreta dovessero corrispondere fatti palesi). Che Majorana potesse recarsi in Germania tranquillamente, in modo scoperto e palese, è una obiezione banale, che non tiene conto del fatto temporale (il 12 marzo era stata annessa l’Austria) e della riunione segretissima di Berlino del 6 novembre 1937, il c.d. protocollo Hossbach, in cui Hitler rivelò allo Stato maggiore tedesco i suoi piani e le sue mosse. Il 5 marzo 1938 Hitler divenne per decreto capo supremo di tutte le forze armate.
20 Riportato da Piero Batignani, La scomparsa di Ettore Majorana – C’è qualcuno che sa, Firenze, settembre 2010, pag. 134. L’episodio avvenne in pubblico, a Firenze, al Teatro dell’Oriuolo, presente Gilberto Bernardini, il 17 marzo 1990.
21 Questa espressione fu impiegata da Majorana nelle sua ultima lettera del 26 marzo 1938.
22 Sarebbe la stessa infermiera menzionata da Majorana nella lettera a casa del 22 gennaio 1938. Ettore, rientrato a Roma da Lipsia nella tarda estate del 1933, in Germania di era ammalato di una forte dispepsia gastrica, ma a Roma non ebbe mai un infermiera. La prima lettera da Napoli in data 11 gennaio è l’unica della serie che stranamente non portava la data dell’anno XVI dell’era fascista. La sua era stata una decisione ormai inevitabile, senza un solo granello di egoismo. L’ultima lettera da Palermo portava un sole all’alba (carta intestata del Grand Hotel Sole – Palermo), con due numeri di telefono in bella vista. Sarebbe rientrato all’albergo Bologna, egli scriveva, viaggiando forse con quello stesso foglio. Chi neghi la presenza di segnali o avvisi nelle lettere di Majorana non ha capito nulla del “caso differente” da quello di una ragazza ibesniana. Da tale incapacità ermeneutica ed esegetica sono derivate ipotesi aberranti come ad es. quella del delitto politico del 1938 o del “caro estinto” del 1939.
23 Vedi il pezzo, riprodotto sul mio sito con note e aggiornamenti.
24 Stefano Roncoroni, scrittore e autore televisivo, è un “Majorana” per parte materna. Sua nonna Elvira (1877-1944), era sorella del padre di Ettore Majorana, coniugata col Consigliere di Stato Oliviero Savini Nicci.
25 Completamente infondate le proposte d’identità alternativa circa l’uomo con gli occhiali scuri fotografato nel 1950 a bordo della nave “Giovanna C.” diretta in Argentina, vale a dire Alois Brunner oppure Gustav Wagner, profilate dal prof. Guerra in un articolo del 2011, su Il Nuovo Saggiatore, rivista ufficiale della Società Italiana di Fisica. L’uomo della fotografia è alto esattamente 168 cm. Nessuno ne conosce ufficialmente l’identità. La foto originale, pubblicata da Simon Wiesenthal nel 1989, sembra misteriosamente scomparsa.
26 Omaggio contraccambiato con una monografia sulla Basilica di Assisi.
27 Roncoroni pubblicò nel frattempo tre articoli e un corposo saggio. Il prof. Guerra è rimasto a due articoli, ma con la promessa di un libro e forse di un film. Guerra è il Direttore attuale dell’Istituto di Edoardo Amaldi, famoso fisico di via Panisperna, autore nel 1966 del saggio biografico su Majorana pubblicato per gli Atti dell’Accademia dei Lincei. / Gennaio 2014